Gli Jarawa
Prima dello tsunami erano appena in 300. Ora non si sa quanti siano, forse 260, 270 anche se cinque giorni dopo lo tsunami furono considerate sane e salve le tribù autoctone primitive delle isole Andamane e Nicobare.
Sono i Jarawa, popolazione delle Isole Andamane che vive in assoluto isolamento dal mondo e i cui primi contatti con la nostra civiltà si ebbero solo nel 1997. Essi conducono uno stile di vita nomade, cacciano maiali selvatici e varani, pescano con l'aiuto di arco e frecce e raccolgono miele, radici e bacche nella foresta.
Sono chiamati anche i pigmei dell'Asia, per via la loro statura. Vivono praticamente nudi, come gli Zoè dell'Amazzonia; usano prelevantemente attrezzi primitivi di legno e pietra e vanno in giro armati di arco e frecce, che usano per difendersi dai bracconieri birmani e dai rangers governativi indiani.
E' capitato che gli autobus diretti alla capitale Port Blair, arrivino con la carrozzeria piena delle cicatrici provocate da nugole di frecce. Per questo è consigliabile starsene alla larga da loro, anche se è necessario un permesso speciale e d'una guida per accedere nella loro riserva che, le autorità indiane, sotto la pressione interna ed internazionale, hanno aumentato di estensione, portandola ora a circa 900 chilometri quadrati.
La guida che accompagna i visitatori nell'escursione, può fare però solo da "guida" e non l'interprete, poichè la lingua dei Jarawa è difficilmente comprensibile. Tuttavia, non trascura di consigliare i visitatori di starsene sulla riva, poichè gli Jarawa potrebbero non gradire troppa curiosità attorno a loro. Se lo vorranno, saranno loro a farsi avanti per conoscere da vicino il nuovo visitatore.
Secondo le agenzie di viaggi, che in un modo o nell'altro debbono decantare talune usanze, per invogliare gli Jarawa ad avvicinarsi, basterebbe agitare dei pezzi di stoffa rossa, considerati segnali di pace, oppure urlare "Milalay, milalay", un richiamo di amicizia. Qualora decidessero di farsi vedere, cosa assai rara a quanto sembra, i visitatori assisterebbero quasi ad uno scoop, nell'assistere al loro folkloristico modo di vivere. A differenza degli altri abitanti dell'arcipelago che hanno fattezze chiaramente indiane, il colore della pelle dei Jarawa è nero, come l'ebano. Sono piccolissimi, raramente superano il metro e mezzo di altezza e sono quasi tutti belli. Sino a non molto tempo fa si pensava che fossero i discendenti diretti di un gruppo di schiavi importati dall'Africa, sfuggiti da una nave negriera. Ma così non è. Gli antropologi, attaverso alcuni esami del Dna, hanno riscontrato, infatti, alcune straordinarie analogie con i pigmei dell'Africa meridionale e per loro, essi sono i discendenti diretti del primo homo sapiens. Ciò indurrebbe a credere che la loro storia sia molto più antica, vecchia di 40 mila e forse anche 100 mila anni. E' possibile, tuttavia, che nel territorio che poi sarebbero diventato le Andamane, ci arrivarono via terra, in un'era di glaciazione. Poi col rialzo della temperatura (è sempre avvenuto nel corso dei millenni), le isole furono circondate dall'acqua e iniziò così l'isolamento millenario... che oggi un semplice raffreddore o morbillo potrebbe completare.
Fonte: L.V.
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