07/09/2007 €chos doc  
Mutano le carte geografiche

Il grande problema ambientale scorre imperterrito sotto i nostri occhi in tutta la sua crudezza ogni giorno e c'è da temere che in un prossimo futuro paesaggi celebri, un tempo illustrati sulle care e vecchie cartoline, spariranno per sempre. Questo è quanto pensano i cartografi dell'Atlante edito da Collins, un punto di riferimento per le mappe a livello mondiale, costretti a modificare le carte geografiche del 2003.

Atlante Times 2007 è stato aggiornato tenendo conto degli effetti del global warming che alterano il rapporto tra terra e mare, roccia e ghiaccio, pascolo e deserto. In Bangladesh il livello del mare sale di 3 millimetri l'anno e ciò ha vari effetti sulle coste; in Alaska, il mare avanza sulle coste basse di almeno tre metri l'anno. Grandi fiumi, dal Rio Grande, Colorado al Tigri, per la siccità, perdono dei bracci, che in estate si seccano completamente modificando le coste. Anche l'interno dei territori è diventato instabile. Alcuni importanti laghi, un tempo pescosi e fertili, si vanno restringendo ad una velocità impressionante: il lago d'Aral, ad esempio, vittima d'uno dei più gravi disastri ambientali provocati dall'uomo, derivati dal dirottamento dei fiumi, della desertificazione, dell'inquinamento... è ormai diventato una pozzanghera malsana e fetida. E il lago Ciad (vedere immagine), il grande bacino d'acqua situato nel cuore dell'Africa centrale?

Solo negli ultimi 40 anni ha perso gran parte della sua estensione e l'inquinamento delle falde acquifere ha reso la principale fonte di cibo e acqua per gli isolani sempre più tossica per gli usi domestici. Ma lì, il peggio deve ancora venire, visto l'interessamento della zona da parte di alcune importanti compagnie petrolifere.

Pure il mar Morto, il grande lago salato al confine tra Israele e Giordania, il bacino situato nel punto più basso della Terra, minaccia di scomparire per la scarsità di precipitazioni, la forte evaporazione, le infiltrazioni nel sottosuolo, ma soprattutto per l'incuria dell'uomo.

Il fronte del deserto avanza mettendo a rischio l'esistenza di milioni di persone. Il verde della foresta tropicale si rimpicciolisce, eroso dalla pressione delle motoseghe e degli incendi sempre più frequenti.

In Italia, l'incremento dell'effetto serra e i conseguenziali cambiamenti climatici hanno mutato alcuni profili costieri. Negli ultimi 35 anni i litorali sabbiosi sono arretrati del 37%; 1500 chilometri di costa non sono più disegnati come lo erano nei vecchi atlanti e la nuova linea di costa dovrà essere nuovamente tracciata.

I cambiamenti climatici, dice al TG uno Luigi Cavaleri del CNR di Venezia, hanno una scala di tempo estremamente lenta, mentre i cambiamenti che abbiamo sotto gli occhi ogni giorno sono abbastanza naturali e spesso dovuti all'uomo. Questo rifacimento dell'atlante di anno in anno ai cambiamenti climatici deve essere preso, comunque, con prudenza...

(Fonte ANSA) Dice Vincenzo Ferrara, Coordinatore scientifico della Conferenza nazionale che si terrà a Roma, alla Fao: "Gli effetti provocati dalle emissioni di CO2 hanno prodotto mutamenti visibili che sono ormai sotto gli occhi di tutti. Sarà necessario tenere conto di questo nuovo profilo nel ridisegnare la mappa geografica dell'Italia e del mondo. Anche riuscendo a ridurre o addirittura eliminare l'emissione di gas serra, azioni di adattamento sono ormai divenute indispensabili non solo per limitare i danni, ma anche per contrastare i mutamenti del clima e impostare nuove politiche sociali ed economiche".

Insomma, per tutti coloro che hanno nelle librerie ancora vecchi atlanti, è giunta l'ora di rifarseli nuovi... con la speranza che non bisognerà ricomprarseli sempre più nuovi ad un ritmo crescente...


da Il professor €chos.blogosfere


Fonte: Lv
 

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