La visione di Bush
Un incontro autunnale negli Stati Uniti tra i 15 maggiori Paesi produttori di gas nocivi del Pianeta, per trovare una strategia comune nel combattere le emissioni inquinanti entro la fine del 2008.
Questo è quello che Bush porterà in agenda all'Europa, in vista del summit G8 di Heiligendamm, sperduta località balneare tedesca sul Baltico.
Il cancelliere tedesco Angela Merkel, presidente di turno del G8, ha dato il suo sostegno al presidente americano, sottolineando che "È questa, per così dire, la base comune sulla quale dobbiamo agire", pur precisando che nel corso del summit ci sarà "sicuramente da lavorare ancora" per giungere a formulazioni concrete in materia di tutela dell’ambiente.
L'intento di Bush è dar vita a un vertice per mettere a punto una strategia comune, il cui obiettivo sia il diffondere l'uso di energie pulite con incentivi fiscali.
E' chiaro che il presidente degli Stati Uniti, il quale ha una concezione tutta personale sul come ridurre le emissioni inquinanti, credendo più d'ogni altro nella innovazione scientifica, mira ad ottenere un consenso globale sulle emissioni inquinanti nel 2008, forse per guadagnare intanto tempo, in attesa di qualche grande risultato da parte della Scienza.
E pur avendo evocato eccezionalmente la parola "riduzione" dei gas nocivi, egli non ha fatto alcun cenno sulla possibile fissazione di limiti concreti e impegnativi nell'emissione dei gas da parte dei vari paesi.
Dal vecchio continente, intanto, in un'intervista al Financial Times Deutschland, il presidente della Commissione europea Barroso, fa sentire la sua voce, lasciando intendere, piuttosto esplicitamente, di aspettarsi una posizione piu' ambiziosa da parte degli Stati Uniti. "Gli Usa stanno ponendo molta enfasi sui meccanismi di mercato nella lotta ai cambiamenti climatici, e fanno bene" "ma questi funzionano solo se ci sono obiettivi vincolanti". E visti i livelli delle emissioni americane, ha aggiunto, "gli Usa hanno una responsabilita' particolare".
Un intervento tutt'altro che "velato", che sottolinea ancora una volta la distanza tra i due blocchi continentali sul modo di affrontare il primo grande flagello del XXII secolo, cioè l'inquinamento.
Sarà Heiligendamm, forse, il vertice della discordia?
Di certo, saranno in molti a gioire quando questo contestatissimo presidente, il personaggio politico più preso di mira nella storia, nato e cresciuto nel Texas su floridi terreni petroliferi, accusato perfino da Putin di voler rilanciare la corsa agli armamenti attraverso lo scudo spaziale in Europa... abbandonerà definitivamente la cabina di regia del Paese più potente del mondo.[size]
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Fonte: il professor echos
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